E’ sempre difficile ragionare quando si è sotto attacco e quando si è aggrediti da un nemico difficile da individuare.
Ma dobbiamo provarci, cercando di capire contro chi dobbiamo batterci, con quali mezzi e perché.
La maggioranza dei musulmani, che sono milioni, desidera vivere in pace. Alcune regole della loro religione ci sembrano arretrate e inaccettabili, ma non più di quanto lo fossero quelle dei cattolici del medioevo e della “Santa Inquisizione” e l’arretratezza folle del loro fondamentalismo è insopportabile, come tutti gli “ismi” della storia.
Il terrorismo islamico è nemico loro quanto nostro. Nei paesi orientali, dove il fondamentalismo è più libero di agire, i musulmani laici sono le principali vittime della follia islamica. Tanto loro, quanto noi, abbiamo l’urgenza di liberarcene, sconfiggendo le idee che guidano le mani assassine e stroncando sul nascere le folli idee di dominazione del mondo e di odio verso tutto ciò che è progresso, libertà, felicità, amore.
L’Occidente ha fatto molti errori in passato ed abbiamo le nostre colpe. Avremo modo di discuterne e anche di chiedere perdono. Ma ora abbiamo altre urgenze. Prima fra tutte quella di riconquistare la nostra sicurezza. E c’è un solo modo per farlo. Distruggere, senza esitazioni, tutto ciò che può dare linfa e riparo al terrorismo. Iniziando dai territori nei quali stanno cercando di dare forma fisica all’idea insana del Califfato Islamico. Purtroppo, come dice da anni Marco Guidi, giornalista che conosce più di altri il mondo mediorientale, non è una cosa che si può fare con i droni o con i bombardamenti chirurgici. L’unico modo è mettere “gli scarponi sul terreno”. Ed è ora che l’Europa decida di farlo prima che diventi impossibile. Con o senza gli USA, con o senza il consenso di Russia e Cina. E’ in ballo la sopravvivenza del nostro mondo e della nostra cultura.
Non si può sottilizzare più di tanto.
Poi c’è un fronte interno.
Non faccio parte di quelli che si accontentano di indossare i colori della Francia per solidarietà. Ma nemmeno sto dalla parte di chi definisce tutti i musulmani “bastardi”. Sono però assolutamente convinto che i musulmani, che vivono tra noi, soprattutto quelli che abbiamo accolto e aiutato come fratelli in questi anni, abbiano dei doveri nei nostri confronti. E pretendo che facciano qualcosa per ostacolare, denunciare, segnalare, controllare e arginare il terrorismo degli altri musulmani che vivono tra loro, che nelle loro moschee cercano proseliti per la Guerra Santa, che da loro ottengono, seppure solo con il silenzio e l’indifferenza, protezione e sostegno.
Perché se non accettano di schierarsi, non solo a parole, per me sono complici o quantomeno corresponsabili. C’è una linea chiara e indiscutibile che dobbiamo tracciare per sapere da loro, in modo esplicito, da quale parte vogliono stare. Con o contro di noi. Purtroppo per loro, come già per noi, è tempo di rischiare qualcosa. Non c’è più tempo per le sfumature o le mezze misure.