La comunicazione dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, secondo la quale mangiare carne rossa , consumare salumi, insaccati e ogni genere di carne lavorata può causare il cancro, ha scatenato il putiferio. Ma non si capisce perché.
I vegetariani hanno esultato mentre i carnivori sono saltati su tutte le furie. Molti di quelli che tengono il cervello allo stato brado, hanno parlato di lobby, oscuri giochi di potere , attentato alla libertà e via sproloquiando. Un famoso bottegaio, trasformato in pensatore dal successo economico, ha addirittura mostrato il quadro della Cena di Emmaus di Caravaggio, per sostenere che anche Gesù mangiava carne e che tutti quelli che avevano partecipato a quella cena non si erano ammalati di cancro. Gli stupidi sono sempre sorprendenti, specie quando vogliono fare gli spiritosi.
Eppure, la OMS non solo ha detto cose che tutti sanno già, ma che molti, per abitudine, gola o disinteresse, preferiscono ignorare. Naturalmente ci sono anche coloro che, molto onestamente, si interrogano. Cosa resta da mangiare se le verdure sono piene di pesticidi, il pesce contiene il mercurio, il latte e le uova sono pieni di ormoni?
La domanda è legittima. Ma contiene in sé già la risposta: mangiare tutto, con moderazione, alternando cibi di vario tipo e, soprattutto, scegliendo prodotti di buona qualità. Possibilmente biologico (che però è ancora troppo costoso, anche se la salute non ha prezzo) possibilmente cibi provenienti da processi di lavorazione controllati, senza conservanti e senza additivi che potrebbero scatenare effetti collaterali.
Ma il punto, e lo dico a coloro che si sono particolarmente indignati, è che la OMS ha classificato quegli alimenti tra i potenziali generatori di cancro. Come il fumo o l’amianto. Eppure molti edifici hanno ancora parti di amianto, che opportunamente incapsulate non sono pericolose e molte persone fumano senza contrarre il cancro. Altre, decisamente sfortunate, contraggono il cancro anche senza fumare o maneggiare amianto.
Rimane dunque la libera scelta, per ciascuno di noi, una volta informato dei rischi, di regolarsi come meglio crede.
A me sembra molto più grave che ci siano intere popolazioni assetate e villaggi del mondo destinati a sparire per la mancanza d’acqua, perché l’abbondante acqua dei fiumi, ai quali attingevano liberamente, viene comprata, deviata e vigilata da mercenari armati per impedire a chiunque di utilizzarla. Perché serve tutta per abbeverare le mandrie da allevamento e irrigare le pianure destinate al pascolo.
La carne dei grandi allevamenti, insomma, fa molto più male a chi non la mangia, come i poveri disperati di quei villaggi destinati allo sterminio da sete, che a chi la mangia. Questo è il vero tema, quello di chi, diversamente da noi, non è libero di scegliere e deve morire perché noi non possiamo rinunciare alla nostra abbondante dose quotidiana di carne, bistecca, salame o hamburger che sia. Ma questo è un tema etico, del quale ci si può rendere conto solo dopo aver acquisito, faticosamente, una consapevolezza non comune.
Diciamolo chiaramente: chi parla di etica pretende che ci fermiamo a interrogare la nostra coscienza. Che noia mortale eh?